Tajani: “Italia contraria all’uso delle armi in Russia, sosteniamo solo la difesa dell’Ucraina”

Oltre alla guerra in Ucraina, Tajani commenta anche la possibile escalation in Medio Oriente dopo il recente attentato israeliano contro gli Hezbollah

Redazione
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Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato ospite di Radio 24, dove è stato interrogato sulle guerre che al momento stanno caratterizzando le cronache quotidiane: quella tra Russia e Ucraina e quella in Medio Oriente.

Tajani su guerra Ucraina

Sulla situazione in Ucraina ha parlato principalmente del voto negativo dell’Italia all’uso delle armi fornite all’Ucraina per utilizzarle fuori il territorio ucraino, quindi su quello russo. Ha sottolineato che ogni stato è libero di decidere riguardo le armi che invia all’Ucraina, perché “non c’è nessuna decisione a livello europeo di obbligare i paesi dell’Unione a liberare l’utilizzo delle armi sul territorio russo. Ogni paese decide per sé”.

Ma ci tiene a far notare che anche gli Usa stanno prendendo questa decisione con cautela, dato che la difesa dell’Ucraina non deve portare ad una guerra
mondiale
. Dobbiamo essere sempre molto prudenti, chi ha buonsenso deve utilizzarlo”.
Come ha più volte sottolineato in questi mesi, l’Italia non è in guerra con la Russia, quindi non permette l’uso delle sue armi sul territorio russo proprio perché altrimenti questo potrebbe scatenare ripercussioni gravi.

A nome del governo e di Forza Italia, Tajani dichiara quindi di voler aiutare l’Ucraina dal punto di vista militare, finanziario, politico e anche infrastrutturale. Si vuole difendere l’indipendenza dell’Ucraina, e non dichiarare guerra alla Russia o partecipare al conflitto contro la Russia.

“Noi diciamo che le nostre armi devono essere usate in territorio ucraino per difendere l’indipendenza dell’Ucraina non per attaccare la Russia perché non siamo in guerra con la Russia. Questa è una scelta che va nella direzione di costruire la pace, noi siamo favorevoli ad una conferenza di pace che si concluda con l’indipendenza dell’Ucraina e alla quale dovrebbe partecipare anche la Federazione Russa, così come ha detto Zelensky” ha concluso.

Antonio Tajani, ministro degli esteri
Antonio Tajani, ministro degli esteri

Tajani sulla guerra in Medio Oriente

Dati gli ultimi sviluppi in cui la guerra in Medio Oriente tra Israele e i diversi paesi alleati contro di lui si sta espandendo anche in Libano, Tajani ha ricordato a tutti gli italiani di evitare qualsiasi viaggio nel paese e “qualora dovesse esserci la necessità siamo pronti a far rientrare in Italia tutti i cittadini italiani che sono in Libano non stanziali”. Ha inoltre assicurato che per ora i nostri militari nel paese non sono impegnati sul campo di guerra, quindi non dovrebbero esserci gravi rischi per loro al confine Israele-Libano e a Beirut.

Ha poi commentato le parole del leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, che ha fatto un discorso dopo la recente tragedia che ha visto un massiccio attacco israeliano contro gli Hezbollah, facendo esplodere i loro cercapersone e e walkie talkie provocando morti e feriti. Il leader del gruppo terroristico libanese ha dichiarato che questo attacco israeliano viene inteso come una vera e propria “dichiarazione di guerra, un atto di guerra. Il nemico israeliano ha preso di mira migliaia di cercapersone e ha così violato tutte le leggi…ha superato tutte le linee rosse”. Israele “affronterà una punizione, dove se l’aspetta e anche dove non se l’aspetta”. Per il leader il fronte libanese rimarrà aperto fino alla cessione dell’aggressione a Gaza.

Tajani ha commentato questo discorso dicendo che è stato duro contro Israele, ma che non annuncia un’immediata reazione, “questo significa che c’è ancora tempo per trovare una soluzione per ridurre la tensione”. Ovviamente “l’obiettivo finale è il cessate il fuoco in Cisgiordania e a Gaza”. Per il vicepremier dalle parole di Nasrallah si nota il timore di un’escalation, perché anche i cristiani in Libano non vogliono una guerra in Israele. “Adesso in Libano è importante arrivare all’elezione di un presidente della Repubblica. C’è uno stallo che dura da tantissimo tempo. Forse questo può permettere di aprire un dialogo con Israele e con le altre parti interessate alla situazione mediorientale”.

Per Tajani c’è quindi ancora una speranza per impedire un’escalation nella regione, ora la priorità è convincere Israele, Libano e Iran a calmare le acque, perché “tutte le parti devono impedire che ci sia un’escalation”.

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