Caso dossier, Pd: “Problema per la sicurezza nazionale? Meloni riferisca in Parlamento”

Dopo che Crosetto ha rivelato di voler essere sentito dal Copasir sul caso dossier, i democratici in Commissione Antimafia vogliono che si affronti la questione in Parlamento per chiarire le cose

Redazione
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L’intera delegazione del Partito Democratico in Commissione Antimafia ha esortato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a parlare in Parlamento del caso dossier, in particolare dopo che il ministro della Difesa Guido Crosetto, ha dichiarato di voler essere sentito dal Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – per rivelare maggiori informazioni riguardo la questione. I dem vogliono chiarezza sullo stato della sicurezza nazionale. Questo è un caso che racconta della presenza di ombre e lacune all’interno delle istituzioni del governo.

Caso dossier, Guido Crosetto
Caso dossier, Guido Crosetto

Caso dossier, Pd vuole chiarimenti

I parlamentari democratici della commissione Antimafia che si sono pronunciati riguardo alla situazione sono Walter Verini, Peppe Provenzano, Debora Serracchiani, Andrea Orlando, Vincenza Rando, Anthony Barbagallo, Franco Mirabelli, Valeria Valente.

I dem hanno chiesto di chiarire la questione, dopo che il ministro Crosetto, che ai suoi fedelissimi aveva detto di non poter “parlare di un’inchiesta in corso o di cose gravi e segrete”, ha rivelato a Repubblica di voler essere ascoltato dal Copasir, perché ha molte informazioni specifiche da rivelare per rendere le cose più chiare e non permettere più che alcune persone parlino a sproposito. Pare vorrebbe spingersi oltre ciò che ha già rivelato alla deposizione a Perugia, dove ha confessato “cose gravi e attinenti il mio lavoro e la sicurezza dei miei uomini”.

I dem vogliono quindi capire se in ballo c’è la sicurezza nazionale: “Oggi il nuovo capitolo dello scontro istituzionale in corso ha superato il limite. Su Repubblica, il ministro Crosetto vorrebbe essere sentito dal Copasir in quanto avrebbe altro da dire in modo che ‘altri staranno zitti per un po’”.

A scatenare i timori della sinistra è soprattutto l’affermazione del ministro “di avere ‘contestato in più di una occasione mancate informazioni alla Difesa che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale'”. Un linguaggio che per i democratici deve essere chiarito e a cui bisogna rispondere urgentemente in ambito politico, senza però interferire con le indagini in corso.

I democratici parlano dello scontro all’interno del governo tra Palazzo Chigi e lo stesso Crosetto, situazione che nei giorni scorsi ha costretto Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, a ribadire pubblicamente la fiducia nell’Aise. Ci si preoccupa che da parte della destra, “dopo mesi di vaghe denunce di complotto”, non ci sia stato nessun esercizio di responsabilità.

Non è accettabile che in un periodo in cui il mondo sta affrontando una crisi geopolitica, il governo italiano debba affrontare la sfida con le istituzioni responsabili della nostra sicurezza. Quindi la commissione Pd chiede chesi faccia chiarezza su quanto fin qui emerso in Antimafia: e cioè l’estrema vulnerabilità delle nostre reti cibernetiche e delle banche dati riservate, la possibile esistenza di un mercato di informazioni riservate, del quale occorre scoperchiare ogni responsabilità di esecutori e possibili mandanti”.

Se Crosetto vuole essere sentito dal Copasir per raccontare nei dettagli le informazioni di cui è a conoscenza, i parlamentari dem vogliono che la questione si affronti anche in Camera e in Senato, “per la gravità dei fatti e del contrasto politico emerso riteniamo indispensabile che il governo con la sua presidente del Consiglio Meloni riferisca al Parlamento su un tema delicato come quello della sicurezza nazionale”. 

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