La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha partecipato all’assemblea 2024 di Confindustria che si è tenuta all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone a Roma questa mattina. La premier ha affrontato diverse tematiche, tra cui l’elezione di Fitto in Ue, il valore delle imprese italiane, la speranza di una crescita del +1% del Pil, la transizione energetica e l’Autonomia.
Meloni ha apprezzato moltissimo la relazione fatta dal presidente della Confederazione generale dell’industria italiana Emanuele Orsini sui rischi dell’economia, dicendo di condividere “molti spunti e proposte, così come
l’analisi di scenario e le proposte e sui rischi che l’economia italiana ed europea corrono se non si invertono in modo deciso le tendenze”.
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Meloni sul valore delle imprese italiane
La presidente ha fatto un discorso pieno di soddisfazione durante l’assemblea, riconoscendo il valore delle industrie italiane che sono riuscite a “dimostrare nelle
difficoltà le capacità del tessuto produttivo, smentendo i pronostici”. Nonostante sia sempre stata sottovalutata, la capacità del nostro tessuto industriale è riuscita a stupire tutti, dimostrando ancora una volta che chi è abituato a essere sottovalutato, prima o poi riesce a dimostrare il vero valore che ha. E il momento in cui le industrie sono riuscite a dimostrare il loro potenziale è stato quello della crisi, prima con la pandemia, e poi con la guerra. Le crisi, per Meloni, “nascondono opportunità”.
Per la presidente il successo delle imprese è anche stato facilitato dalla stabilità del governo, che ha permesso loro di lavorare senza problemi. Dice che “non è lo Stato a creare ricchezza, ma le imprese e i loro lavoratori. Lo Stato deve fare la sua
parte, creare l’ambiente più favorevole possibile” e per la premier il suo governo ha proprio favorito ciò.
“Abbiamo garantito stabilità, che in Italia è una eccezione. Abbiamo disegnato una strategia per la nazione, e se non ci sono idee non ci possono essere investimenti. Abbiamo dato chiaro il messaggio che lo Stato non avrebbe disturbato chi voleva fare ma gli avrebbe camminato accanto come un alleato. Abbiamo anche detto dei ‘no’ quando andavano detti, perché i soldi dei cittadini non si gettano dalla finestra”, ha dichiarato orgogliosa.
La premier ha parlato inoltre delle previsioni della crescita del Pil, dicendo di essere fiduciosa che nei prossimi mesi possa crescere del +1%, più di quanto la Commissione ha previsto: “Continuo a ritenere che il +1% del Pil sia a portata di mano soprattutto dopo i primi due trimestri, ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche”.
Dopo aver elencato i risultati positivi sull’occupazione, Meloni dice che il prossimo step è quello di aumentare la produttività del lavoro. La premier si è vantata del fatto che non era mai accaduto dall’Unità d’Italia a oggi di veder lavorare così tanti italiani come in questo periodo. Riguardo all’occupazione femminile, ha dichiarato che sono puntati tutti lì gli sforzi del governo, perché “la vera libertà delle donne è ambire a posto di lavoro e mettere al mondo figli, è la grande sfida”.
La premier ha parlato poi dell’intenzione del governo di seguire la linea avuta finora sulle leggi di bilancio, ovvero delle leggi che concentrino le poche risorse a disposizione “nel sostegno alle imprese che assumono e creano posti di lavoro, nel
rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie, con particolare attenzione alle famiglie con figli, non per scelta etica ma per necessità economica, e nella difesa della salute dei cittadini”.
La presidente del Consiglio ha affrontato il discorso dell’Autonomia differenziata, rispondendo a chi dice che con questa si amplifica il divario nord e sud: “Come se fossero uniti, come se non ci fosse divario e non fosse aumentato, come se questo
governo non avesse già dimostrato, fatti alla mano, di” puntare a “consentire al Sud di dimostrare il proprio valore libero da condizionamenti della politica”. L’autonomia non crea divario tra nord e sud, ha precisato, ma tra classi dirigenti responsabili e classi dirigenti che non sono state responsabili. Ci ha inoltre tenuto a sottolineare che il sud “non è più fanalino di coda”.
Non poteva mancare un riferimento a Raffaele Fitto, che è stato nominato vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, dicendo che tutti dovremmo essere orgogliosi e che l’Italia deve fare tutto ciò che è in suo potere per aiutarlo a ricoprire un impegno del genere.
Meloni ha infine affrontato il tema della transazione energetica, parlando del green deal europeo. Ha concordato con Orsini riguardo i risultati disastrosi che provengono da un approccio ideologico al green deal. Quindi è necessario correggere queste scelte: “Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell’Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell’Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano“.
Ha poi citato Mario Draghi e il suo rapporto sulla competitività europea, dicendo che gli obiettivi dell’Unione “devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli”, perché altrimenti la transizione energetica e ambientale ostacola la competitività e la crescita. Meloni ha concluso: “Varie volte in Consiglio europeo ho fatto notare che non ha molto senso dotarsi di strategie e poi non creare strumenti per realizzarle: senza strumenti le cose alla fine non si riescono a fare”.
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