“Sulla Rai siamo riusciti noi a compattare il campo largo…” con questa battuta il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato l’ultima evoluzione sul tema delle nomine della tv di Stato, argomento ormai in discussione da mesi ma piuttosto lontano da una soluzione definitiva. Tra maggioranza e opposizione in vigilanza Rai non vi è un accordo sui nomi da eleggere nel nuovo Cda della tv pubblica, così il governo non può procedere alle votazioni. Una situazione di stallo, senza soluzione per il momento, che continua a creare numerosi problemi al premier.
Sembrerebbe, infatti, che il centrosinistra abbia creato un fronte unito di opposizione alla nomina di Simona Agnes, in quota Forza Italia, come presidente del Consiglio di amministrazione. Un veto che avrebbe messo in discussione l’intera impalcatura immaginaria delle nomine, che potrebbe dover essere rivista da capo. Si ipotizza, quindi, che nella migliore delle ipotesi, il voto potrebbe slittare di altre due settimane. Si tiene in considerazione, anche se come ultima soluzione, quello di rinnovare per un altro anno l’attuale Consiglio in attesa che il Parlamento trovi una quadra sulla questione.
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Ad influire sulla vicenda, anche il report europeo sulla salute dei media italiani, che avrebbe invitato il governo italiano a modificare la governance Rai. Una riforma su cui punterebbero le opposizioni, nella speranza che le loro proposte vengano incluse all’interno del nuovo regolamento. Proprio la nuova governance, ancora da studiare e redigere, sarebbe stato l’ultimo strumento utilizzato dal Presidente del Consiglio per cercare di convincere le opposizioni a cedere sul Cda, permettendo l’elezione di Agnes come presidente e di Giampaolo Rossi come amministratore della tv di Stato.
Le opposizioni rifiutano la proposta di Meloni
I partiti di opposizione, invece, vorrebbero che a capo della tv di Stato sia posto un nome di garanzia, possibilmente proveniente dal Partito democratico o dal Movimento 5 Stelle. La decisione sembrerebbe immodificabile, anche se il premier avrebbe provato a smuovere gli esponenti della Commissione di Vigilanza Rai.
Giorgia Meloni avrebbe infatti proposto a Pd e M5S di cedere su Agnes in cambio dell’implementazione nella governance delle loro proposte e in generale del centrosinistra. Uno scambio equo secondo il premier, che invece non è stato visto nello stesso modo dal centrosinistra. Sembrerebbe infatti che questi abbiano ribattuto alla proposta sostenendo la necessità della redazione della nuova governance Rai, addirittura prima della formazione del Consiglio d’amministrazione. Una sorta di prova di forza, anche per capire se il premier manterrà la sua promessa.
“Quand’anche la maggioranza nominasse i nuovi vertici con gli attuali criteri, entro agosto 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione della normativa per evitare di andare in infrazione. Altro che riduzione del canone, il mancato intervento avrebbe effetti diretti sull’aumento delle tasse” hanno infatti sostenuto gli esponenti del centrosinistra in vigilanza Rai, criticando la decisione di Meloni di continuare a rimandare la riforma.
Le possibilità di Giorgia Meloni
Di fronte al muro compatto delle opposizioni, il Presidente del Consiglio non può fare altro che tornare negli ambienti di maggioranza per cercare lì una soluzione al suo problema. La diatriba sulle nomine Rai, infatti, sembra non avere fine eppure Meloni vorrebbe evitare di dover rimandare ancora una volta la decisione, soprattutto se di un anno interno.
L’ipotesi principale, quindi, è che il premier si rivolga direttamente a Forza Italia, nella speranza che gli azzurri cedano sul nome di Simona Agnes. Di fatto, però, si tratterebbe di un favore alla sinistra, che otterrebbe dunque ciò che ha chiesto sin dall’inizio del processo. Sembrerebbe poco probabile che Antonio Tajani decida di cedere, anche se a causa dei continui rimandi il nome della candidata presidente ha iniziato a perdere quote anche nella maggioranza.
La soluzione potrebbe essere quella di individuare un nome di garanzia che sia ben visto sia dai forzisti sia dalle opposizioni, nella speranza di trovare finalmente una conclusione alla vicenda. Si lavora, quindi, anche ad una rosa di nomi su cui si possa riflettere. Tra questi sembrerebbero esserci Giovanni Minoli, Milena Gabanelli, Nino Rizzo Nervo, Roberto Natale e Antonio di Bella.
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