L’attacco a Poltova, città dell’Ucraina orientale, ha dato inizio ad un terremoto politico a Kiev, dove il presidente Volodymyr Zelensky è pronto a far pagare il suo governo per le decine di morti e le centinaia di feriti che il raid russo è riuscito a causare. “Come promesso, questa settimana è previsto un importante rimpasto di governo. Più del 50% del personale del governo sarà cambiato” ha infatti dichiarato il portavoce del presidente, David Arakhamia, confermando quindi l’intenzione di modificare i vertici delle istituzioni di Kiev.
Un cambiamento che si sta verificando durante uno dei momenti più delicati del conflitto russo-ucraino. Entrambe le Nazioni sono impegnate in offensive in territorio nemico e nessuna delle due ha intenzione di cedere prima dell’altra. L’Ucraina, almeno secondo fonti Usa, non sarebbe ancora in grado di operare offensive su larga scala, mentre la Russia continua a mettere in difficoltà i territori di confine ucraini, minacciando di inasprire il conflitto con raid di grandi dimensioni.
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A Poltova è avvenuto proprio questo. Un’improvvisa escalation che ha provocato almeno 51 morti e che ha terrorizzato Kiev. Ora è il momento di prendersi le proprie responsabilità ed il presidente Zelensky sta quindi procedendo ad una rivalutazione dei ruoli di governo. Sembrerebbe che sei funzionari, tra cui alcuni ministri, avrebbero già presentato le loro dimissioni, mentre un assistenze presidenziale è stato rimosso dalla sua carica. Inoltre, questa mattina il ministro degli Esteri Dmitro Kuleba ha deciso di consegnare spontaneamente le proprie dimissioni al presidente Zelensky.
Ucraina, le dimissioni di Kuleba e il rimpasto di governo
Dmitro Kuleba ha deciso di presentare spontaneamente le due dimissioni dal ruolo di ministro degli Esteri, tramite una lettera indirizzata al Verkhova Rada, ovvero il parlamento ucraino. La notizia è stata confermata dal capo della Camera, Ruslan Stefanchuk, che ha poi chiarito che le dimissioni dovranno essere discusse in una delle prossime sessioni plenarie del Parlamento.
Secondo fonti interne al governo, sembrerebbe che il presidente stia valutando ulteriori licenziamenti. Diversi ministri ucraini avrebbero già presentato le loro dimissioni, tra cui il ministro delle Industrie strategiche, il ministro della Giustizia e il ministro della Protezione ambientale, così come il capo del Fondo di proprietà statale ucraino, Vitaliy Koval e i due vice premier Iryna Vereshchuk e Olga Stefanishyna. Non si hanno notizie certe del primo ministro Denys Shmyhal, ma sembrerebbe che questo non sia interessato dai licenziamenti.
Nuovo raid russo su Leopoli
A seguito del brutale attacco a Poltava, i raid russi sul territorio ucraino sembrano non avere fine. Nella notte sono entrati in azioni droni da attacco diretti verso la capitale, mentre cinque bombardieri erano diretti verso i territori del Sud-Est del Paese, facendo scattare numerosi allarmi aerei. Diverse esplosioni sono state udite nella città di Leopoli, nell’ovest del Paese, colpita da numerosi missili Kinzhal.
Il bilancio dell’offensiva sarebbe gravissimo. Per il momento i morti accertati sarebbero 7, con decine di feriti, ma non è chiaro se il numero delle vittime possa ancora aumentare. Tra i deceduti per il brutale attacco, vi sarebbe anche un’adolescente di soli 14 anni e due bambini. Il raid russo avrebbe preso di mira, come ha confermato il presidente Zelensky sui suoi social, edifici residenziali, scuole e strutture mediche.
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