A due settimane dallo scoppio del caso mediatico e politico riguardante Arianna Meloni, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ha deciso di prendere parola e di sferrare un duro attacco nei confronti di chi ha ritenuto che la magistratura, insieme a giornali e parte della politica, abbia ordito un “complotto” nei confronti della sorella del premier.
“Si parla di complotto, cioè di una azione eversiva da parte della magistratura e questo è gravissimo” ha tuonato Santalucia, aggiungendo: “Ci stiamo assuefacendo al fatto che il potere politico dichiara verosimile l’ipotesi fumosa di un‘inchiesta contro Arianna Meloni e scatta tutta una serie di dichiarazioni contro la magistratura“. Accuse durissime che riaccendono lo scontro tra politica e giustizia, non ancora assopito e sempre più agguerrito.
Le accuse nei confronti della sorella di Giorgia Meloni, che si sarebbe resa protagonista di un traffico di influenze riguardanti aziende partecipate dello Stato, non sono mai state confermate. Eppure, è bastato un editoriale firmato Alessandro Sallusti, pubblicato in prima pagina su Il Giornale, a dare vita ad un dibattito che a distanza di quindici giorni ancora non trova una degna conclusione.
Il caso Arianna Meloni
“Vogliono indagare Arianna Meloni” è bastato questo titolo ad aprire una parentesi politica che sembrerebbe senza fine e forse solo parte di un discorso più ampio che vedrebbe sempre più tesi i rapporti tra la politica e la magistratura. L’ipotesi di un attacco diretto al premier, traslato con una inchiesta su sua sorella, parte di Fratelli d’Italia ma non del governo, avrebbe fatto sprofondare nel terrore le fila della politica italiana.
Secondo l’editoriale di Alessandro Sallusti, una parte della politica, con i giornali e la magistratura, avrebbe pianificato il crollo di Arianna Meloni, tramite un’inchiesta utilizzata come arma per spaventare e controllare. Non ci sarebbero tracce però di un’indagine sulla sorella del premier sul tavolo della Procura di Roma, eppure nessuno esclude la possibilità che l’ex compagna di Francesco Lollobrigida sia indagata per traffico di influenze.
“Purtroppo, quanto scritto da Sallusti mi sembra molto verosimile“ ha infatti dichiarato il premier, il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo, sostenendo che le accuse sarebbero figlie di “mosse squallide e disperate” della “peggiore politica“. La diretta interessata ha invece confessato di non essere preoccupata, perché consapevole di non aver mai compiuto azioni che potessero portarla davanti ad un magistrato. “Non ho mai influenzato, né cercato di influenzare decisioni sulle nomine e non ho preso parte a riunioni di questo tipo” ha infatti sostenuto la maggiore delle sorelle Meloni, respingendo ogni tipo di accusa.
Il caso politico e mediatico, però, non riguarda specificamente la colpevolezza della responsabile della segreteria di FdI, ma si costruisce attorno alle trame che avrebbero portato alla sua ipotetica accusa. C’è realmente qualche potere che trama per indebolire il governo Meloni? Questa è la domanda a cui tutti vorrebbero risposta, mentre Santalucia grida al pericolo per la libertà dei magistrati, già profondamente indeboliti dalla possibile nuova riforma della Giustizia.
Renzi: “Nessun complotto contro Arianna“
Nell’editoriale di Sallusti, Matteo Renzi avrebbe letto tra le righe un potenziale attacco ad Italia Viva, identificato come uno dei partiti che avrebbe lavorato sottobanco per il crollo del governo. Attacchi che l’ex premier non ha accettato di buon grado, decidendo di confutarli il prima possibile. L’ex sindaco di Firenze avrebbe garantito l’inesistenza di complotti nei confronti della famiglia Meloni, sostenendo invece che queste vedrebbero “fantasmi dove non ci sono“.
Il leader di Italia Viva avrebbe poi proceduto a spiegare l’iter che avrebbe portato alla formulazione dell’accusa nei confronti del centrosinistra e anche della magistratura. Secondo Renzi, la questione sarebbe nata a seguito di alcune domande scomode poste da esponenti di Italia Viva sul ruolo che Arianna Meloni ricoprirebbe all’interno del partito. A partire da due articoli, pubblicati da Il Fatto Quotidiano e Repubblica, Raffaella Paita e Maria Elena Boschi avrebbero chiesto al premier di intervenire in aula per chiarire alcune questioni riguardanti la sorella.
Nel primo caso, Meloni senior sarebbe stata accusata di aver preso parte ad una riunione sulle nomine Rai, mentre nel secondo di aver influenzato la scelta di un manager di Ferrovie dello Stato. A seguito di queste “denunce“, Il Giornale avrebbe pubblicato l’editoriale, con lo scopo di intimorire tutti coloro che proverebbero a far sorgere dubbi sull’operato del governo.
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