Nel giorno del vertice tra leader della maggioranza e del Consiglio dei ministri, la Lega si è resa protagonista di una serie di eventi che l”hanno posta al centro dei riflettori. Dal monito di Salvini, che ha voluto ricordare che il governo reggerà fino a conclusione del mandato solo se “si seguirà il programma“, passando per la nota su Kiev – subito cancellata a seguito della bufera istituzionale -, fino all’attacco sullo Ius scholae strutturato sull’omicidio di Sharon Verzeni.
Il filo conduttore dei due argomenti, ovviamente, riguarda l’origine del presunto assassino di Sharon, la donna uccisa a Bergamo nella notte tra il 29 e il 30 agosto con una serie di coltellate. Il suo aguzzino sarebbe stato individuato in un uomo di origini nordafricane, con la cittadinanza italiana. Un caso che avrebbe dimostrato alla Lega come l’assegnazione della cittadinanza debba forse essere resa più severa e non più raggiungibile.
Le tesi del Carroccio, in primis quella del leader Matteo Salvini, hanno però scatenato la furia del centrosinistra, attivatosi immediatamente per ostacolare la narrazione leghista. Il vicepremier, però, non è sembrato scalfito dalle accuse, tanto che nella tarda serata di ieri ha dichiarato: “Ius scholae? La mia opinione è che non serva. A 18 anni hai la maturità necessaria per decidere che cittadinanza vuoi avere. non capisco perché ci sia polemica politica, forse perché è agosto e ci sono meno argomenti. Torniamo alle cose importanti che sono stipendi, pensioni e tasse“.
Lega: “Cittadinanza non vuol dire integrazione“
Il caso politico è nato a seguito di un post di Matteo Salvini, pubblicato in concomitanza con il Consiglio dei ministri. “Fermato Moussa Sangare origini nordafricane e cittadinanza italiana, sospettato di aver assassinato la povera Sharon. Spero venga fatta chiarezza il prima possibile e, in caso di colpevolezza, pena esemplare, senza sconti” ha scritto il leader del Carroccio, utilizzando i social per sottolineare un dettaglio che ha riacceso la polemica sullo Ius scholae.
Se il vicepremier leghista non ha apertamente parlato di legge di cittadinanza, sottintendendola con le parole utilizzate nel post, altri leghisti non hanno avuto problemi ad affrontare il problema direttamente. “È forse questa la dimostrazione che con la cittadinanza italiana non scattano in automatico integrazione e inclusione? Oggi piangiamo l’ennesima sorella italiana ammazzata con brutale violenza” ha infatti scritto il senatore Rossano Sasso, aggiungendo a queste parole un elenco di uomini immigrati condannati per gravi delitti.
Gasparri: “Dietro omicidio Sharon non c’entra cittadinanza ma la droga“
Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha deciso di inserirsi nella questione, non per difendere lo Ius scholae ma per contraddire Matteo Salvini e gli altri leghisti. “Dietro l’orrenda vicenda dell’omicidio di Sharon, quando si faranno gli accertamenti, si capirà che non c’entrano l’origine straniera e la cittadinanza acquisita ma, come in tanti altri delitti, c’entra la droga” ha infatti dichiarato il forzista, sostenendo che “la droga è un flagello che va combattuto con la prevenzioni e con il recupero“.
Nessun riferimento diretto, però allo Ius scholae. Gli esponenti delle opposizioni, invece, sono stati più incisivi nelle loro accuse. “Come degli avvoltoi, Salvini e la Lega si avventano sul caso della povera Sharon con post razzisti e manettari” ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi, per poi aggiungere duramente: “Sono questi i nuovi italiani che vogliamo?, si chiede, ad esempio, la collega Ravetto. È questa la maggioranza che si meritano gli italiani? Mi chiedo invece io: usare un caso di cronaca per opporsi a un dibattito che si è aperto nel Paese sulla cittadinanza usando un caso di cronaca è puro sciacallaggio“.
Anche Luana Zanella di Avs ha deciso di commentare le parole del leader leghista, sostenendo che queste siano “l’orribile tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio“, per poi aggiungere che questo concetto “nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali“. La senatrice di FdI Susanna Donatella Campione, componente della Commissione bilaterale contro il femminicidio ha sostenuto: “Mi sorprende che il delitto compiuto da Moussa Sangare non sia stato definito da nessuno per quello che è: l’ennesimo brutale femminicidio, ricordo che l’uomo è accusato di maltrattamenti ai danni della madre e della sorella“.
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