Kamala Harris avrà un repubblicano nel governo: gestirà l’immigrazione

Lo ha annunciato la candidata democratica durante la prima intervista della sua campagna elettorale. Ospite dello studio della Cnn, Harris ha dichiarato di essere pronta ad allargare la sua base di elettori, con scelte più moderate e rassicuranti

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Kamala Harris ha affrontato la sua prima intervista da candidata presidente degli Stati Uniti d’America. Un momento cardine per ogni uomo o donna che voglia avere la possibilità di sedere nello studio ovale e governare una delle superpotenze del mondo. La democratica ha scelto la Cnn, dove è stata intervistata da Dana Bash, storica anchorwoman della rete, che ieri sera ha peccato un po’ di “mollezza”, risultando poco calzante e soprattutto lasciando ad Harris troppo spazio per gestire l’intervista.

Non sembrerebbero esserci punti critici nella campagna di Harris, nonostante questa abbia radicalmente cambiato visione su alcuni aspetti della politica americana. Meno attenzione all’ecosostenibilità e un giro di vite sull’immigrazione che dovrebbero far chiedere ad ogni democratico quale sia il reale piano della vicepresidente di Joe Biden. Sembrerebbe, ascoltando le parole della stessa Harris, che questa voglia allargare la base dell’elettorato, garantendosi i voti dei repubblicani non convinti da Trump.

Così, ieri, in diretta nazionale, Kamala Harris ha annunciato che nel suo team, al governo, sarà presente un nome che proviene dalle fila del partito repubblicano. Una mossa che riprende la strategia di Barack Obama che, ormai anni fa, lo aveva portato alla vittoria. “Ho trascorso la mia carriera invitando alla diversità di opinioni. Penso che sia importante avere persone al tavolo che hanno opinioni ed esperienze diverse quando vengono prese alcune delle decisioni più importanti. E penso che sarebbe un vantaggio per il pubblico americano avere un membro del mio gabinetto repubblicano” ha sostenuto la candidata dem, che ora dovrà sperare che gli elettori apprezzino la sua decisione.

Harris: “I miei valori non sono cambiati

Gli americani sono pronti per imboccare una nuova strada e voltare pagina” ha sostenuto Harris dallo studio della Cnn, non facendo riferimento all’era Joe Biden ma a quella passata di Donald Trump. I cittadini statunitensi non vogliono un ritorno al passato, che sarebbe rappresentato dal repubblicano, ma vogliono novità e rassicurazioni che il partito democratico è pronto a garantire. La vice di Biden, però, avrebbe operato un radicale cambiamento della sua persona, e della sua comunicazione, passando da una donna che si batte per i diritti indiscriminati a una candidata presidente più moderata, che tende a “giocare sicuro“.

Lo dimostrano i due argomenti cardine su cui Harris ha cambiato idea, spostandosi più a destra di quanto non abbia mai fatto in passato. La prima questione riguarda l’immigrazione, finora grande punto debole della campagna della democratica, su cui Harris ha riflettuto per poi convenire che una stretta severa sia più che necessaria. Così Kamala promette confini più sicuri e maggiori sanzioni per chi attraversa il confine illegalmente. Fino a pochi mesi fa la vicepresidente aveva invece lottato per la depenalizzazione dell’immigrazione illegale.

Il secondo punto su cui la democratica ha cambiato punto di vista riguarda il fracking, ovvero la pratica di estrazione di gas e petrolio dalle rocce che ha creato in passato diverse controversie. Harris, da sempre paladina dell’ecosostenibilità e della difesa dell’ambiente, ha garantito che questa tecnica non sarà vietata poiché alimenta un settore chiave dell’economia in Pennsylvania. Nonostante ciò, Harris ha voluto rassicurare i suoi elettori dichiarando di ritenere la crisi climatica reale e una questione urgente” e poi aggiungendo che, anche alla luce di questi repentini cambi di opinione, i suoi valori “non sono cambiati“.

Harris: “Rafforzerò la middle class

Il resto dell’intervista di Kamala Harris non è apparso particolarmente degno di nota. La candidata ha ribadito che al centro dei suoi interventi ci sarà sempre la “classe media”, con l’obiettivo di rafforzarne il ruolo all’interno della società e di migliorarne la qualità della vita. Nessun attacco diretto a Donald Trump, ma solamente un tentativo di risposta alle accuse razziste da lui ricevute. Harris ha definito la comunicazione offensiva del candidato repubblicano “il solito vecchio copione“, senza voler entrare troppo nel merito della questione.

Tim Walz, candidato vicepresidente degli Usa
Tim Walz, candidato vicepresidente degli Usa

Sulla politica estera, Harris ha evitato di affrontare argomenti troppo controversi. Nessuna parola sull’Ucraina, nonostante le nuove richieste di armi, e pochi minuti dedicati al Medio Oriente. La democratica sostiene la soluzione dei “due popoli due Stati“, ma allo stesso tempo non può non riconoscere il diritto di Israele a difendersi. Quindi, nulla di nuovo neanche su questo fronte.

Durante l’intervista era presente anche il candidato vice Tim Walz, che però è apparso più come una figura di sostegno che un protagonista dell’evento. Oltre a chiarire alcuni punti controversi riguardanti la sua figura, come la posizione sulla fecondazione artificiale e il suo passato nell’esercito, Walz non è apparso particolarmente fondamentale ai fini della comunicazione politica.

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