Marmolada: identificati primi corpi, attivato numero emergenza

Anastasia Borra
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Continuano le ricerche degli oltre trenta dispersi nella valanga, ma le speranze di trovare persone vive è debole. Gli esperti: «Con 10 gradi è pericoloso salire in vetta»

Il bilancio della valanga del ghiacciaio della Marmolada è sempre più tragico. Dopo il ritrovamento nella giornata di ieri di sei vittime, il numero dei dispersi sale sempre di più: il Soccorso alpino afferma che si lavora sulla ricerca di almeno 30 persone. Le speranze di ritrovare superstiti è ridotta al minimo. 

Le operazioni non si sono interrotte nemmeno durante la notte, con sopralluoghi direttamente nella zona della calotta di Punta Rocca, dove è avvenuto il distacco. Con il supporto di droni è stato possibile effettuare un sorvolo del massiccio della Marmolada, fino ad un’altezza di 3200 metri

La difficoltà della ricerca si deve anche alla mancanza di un numero certo di persone da cercare. I soccorritori partono dal rintracciamento dei proprietari delle 16 automobili lasciate nei parcheggi a ridosso dell’accesso del sentiero. Per rendere più facile il processo, il Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico ha attivato un numero telefonico 0461.495272 a cui segnalare il mancato rientro di famigliari e amici che potrebbero aver effettuato un’escursione sulla Marmolada nella giornata di ieri. Fino a cessate esigenze, l’accesso al gruppo montuoso fra le province di Trento e Belluno rimane chiuso.

Identificate quattro vittime, ancora 30 dispersi

Proseguono i lavori di riconoscimento delle salme recuperate nei detriti della valanga. Dei quattro corpi che hanno già un nome, i carabinieri di Trento riferiscono che tre sono italiani, provenienti dal Veneto, e un cecoslovacco. 

Le difficili condizioni di ritrovamento dei corpi, dilaniati dall’impatto, rende più complicata l’identificazione. Gli inquirenti parlano di una carneficina, tanto che il gli esami autoptici sono condotti attraverso l’estrapolazione del Dna

Nel frattempo, spunta anche un selfie scattato da uno dei dispersi, un ragazzo di 27 anni. La fotografia è stata inviata circa 15 minuti prima del crollo. La famiglia del giovane, si cui sono perse le tracce, è arrivata a Canazei, dove è allestita la centrale dell’unità di crisi e dove è stata allestita la camera ardente per le vittime. 

Draghi a Canazei con Curcio e Zaia

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, volerà a Canazei alle 12 per fare il punto della situazione sui soccorsi alla centrale operativa di coordinamento delle operazioni. Anche Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile, e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, saranno presenti. 

Dal Quirinale, invece, arriva la telefonata di Sergio Mattarella al governatore del Trentino, Maurizio Fugatti, che spiega: «Il capo di Stato ha voluto trasmettere alla nostra comunità oltre che ai parenti delle vittime il proprio cordoglio. Allo stesso tempo ha espresso parole di gratitudine ai soccorritori che si stanno prodigando in condizioni non facili». 

Gli esperti: «Temperature così alte sono pericolose»

La tragedia della Marmolada era quasi stata annunciata: l’alto caldo registrato sulla vetta, che nella giornata di ieri hanno toccato temperature record di 10 gradi, comporta un più veloce scioglimento dei ghiacciai ad alte quote. 

«Per via dei cambiamenti climatici, i ghiacciai non sono più in equilibrio specialmente sotto i 3500 metri. Si è creato un clima diverso da 30 anni fa che non sostiene più la loro esistenza. A influire, più del record di un giorno, sono le temperature anomale che si hanno da maggio in quota. Lo scorso inverno, poi, è fioccato poco ed è venuta meno la protezione che la neve fornisce d’estate ai ghiacciai – dice l’esperto Renato Colucci, docente di glaciologia a Trieste, in un’intervista al “Corriere della Sera” – La Marmolada sta molto male e starà sempre peggio. In una ricerca con il Cnr evidenziammo che, dal 2004 al 2015, il suo volume si fosse ridotto del 30%. Ipotizzammo che sarebbe scomparso entro il 2050, ma con i recenti cambiamenti climatici potrebbe essere anticipato al 2042». 

Anche il meteorologo Daniele Cat Berro, intervistato da “Repubblica” spiega la dinamica dell’evento: «I ghiacciai si muovono in tutte le stagioni, ma in estate molto di più. Perché c’è più acqua che lubrifica il contatto fra ghiaccio e la roccia, questo favorisce il movimento. C’è sempre imprevedibilità. Certo però se fa così caldo, il ghiacciaio è un colabrodo d’acqua, questo facilità il distacco e il crollo». 

Il volto della Società meteorologica italiana afferma che la situazione delle montagne ora ricorda la condizione tipica di fine estate, con il ghiaccio vivo, molto più pericoloso. Per questo molto escursionisti prediligono seguire i sentieri in questo periodo dell’anno. 

La situazione di straordinario caldo compromette anche la stessa roccia della montagna, con il disgelo delle acque interstiziali che fanno da collante. Di conseguenza, si verificano più frane e crolli. 

«Non bisogna seminare il panico, ma essere prudenti e considerare che c’è posto e posto, quindi meglio non passare dove ci sono i seracchi. Mi aspetto più controlli anche sulle condizioni delle rocce», conclude Cat Berro. 

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