Tajani è irremovibile: “No all’uso delle armi italiane fuori dall’Ucraina”

Il pericolo di un'escalation continua a preoccupare il nostro Paese, per cui la possibilità di entrare più da vicino nel conflitto non sembra affatto una buona idea

Redazione
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Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha deciso di non cambiare linea sulla guerra in Ucraina, neanche a seguito dell’esortazione dell’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell: “Ogni Paese decide per sé, per quanto ci riguarda l’uso delle armi italiane può avvenire solo all’interno dell’Ucraina“. È questa la risposta del ministro alla richiesta di Kiev sulla rimozione del veto sull’uso delle armi europee in territorio russo, giunta questa mattina durante una conferenza stampa. “L’Italia non è in guerra con la Russia” ha sostenuto più volte nel corso degli ultimi mesi Tajani, sottolineando che proprio per questo non è possibile utilizzare armi italiane nelle aree di governo russo.

Il pericolo di un’escalation continua a preoccupare il nostro Paese, per cui la possibilità di entrare più da vicino nel conflitto non sembra affatto una buona idea. L’Italia, dunque, continua a sostenere il diritto di difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina ma allo stesso tempo cerca di preservare la sua sicurezza. Le tensioni con la Russia continuano ad aumentare e le offensive delle truppe di Kiev nel territorio nemico non sono apparse come una buona motivazione per chiedere ulteriori aiuti all’Unione europea, almeno per quanto riguarda la nostra Nazione.

Antonio Tajani oggi si trova a Bruxelles per un vertice con la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. Un incontro per tirare le fila degli ultimi mesi e per discutere di quello che sarà il futuro a breve termine dell’Unione. Il termine per la presentazione dei Commissari europei si avvicina e Tajani è convinto che il governo italiano stia lavorando nella giusta direzione, ovvero quella della nomina di Raffaele Fitto.

Tajani: “Fitto è una scelta gradita a Bruxelles

Il vicepremier forzista ritiene che “la figura di Raffaele Fitto sia la migliore possibile“, forte del sostegno di tutta la maggioranza e consapevole del curriculum ottimale che il ministro degli Affari esteri presenta. “È giusto inviare a Bruxelles un commissario che non faccia l’apprendista commissario, ma che  faccia veramente il commissario” ha dichiarato Tajani, ricordando come le esperienze pregresse di Fitto lo abbiano portato a conoscere sia il Parlamento, sia la Commissione sia il Consiglio.

Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto
Il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Per il momento, quindi, il governo avrebbe trovato una quadra. Domani si terrà il vertice tra i tre leader della maggioranza, in cui la posizione di Fitto verrà nuovamente analizzata. Intanto, la scadenza per la presentazione delle nomine si avvicina e i Paesi “ritardatari” sono consapevoli di dover tirare le fila. Su questo tema, però, Tajani non transige: “C’è un termine entro il quale bisogna presentare le candidature, non è una corsa a chi arriva prima“. Ciò che conta secondo il ministro è “trovare un Commissario che possa lavorare nell’interesse dell’Unione Europea, perché l’Europa ha bisogno dell’Italia, e la scelta giusta è quindi di avere una buona qualità“.

Tajani: “Lavoreremo su una proposta per lo Ius scholae

Antonio Tajani continua ad essere incalzato sul tema della cittadinanza, dopo il repentino dietrofront sullo Ius scholae, che gli ha causato innumerevoli critiche da parte delle opposizioni. Il ministro ha quindi sostenuto che Forza Italia non ha intenzione di abbandonare l’argomento, ma semplicemente di trattarlo con minore urgenza. “Parleremo della concessione della cittadinanza alla riapertura dei lavori parlamentari” ha dichiarato il forzista, sottolineando l’esistenza di una possibilità di modifica della legge attuale che “corregga alcune cose“.

Tajani ha però voluto rassicurare anche la maggioranza, evidenziando come la nuova proposta sarà comunque severa: “Si potrà lavorare sulla possibilità di dare la cittadinanza ai giovani che abbiano completato il corso di studi con successo, e ribadisco con successo, e dunque siano culturalmente italiani, regola peraltro più giusta e più severa di oggi che favorirà l’integrazione“. Allo stesso tempo però, il leader di Forza Italia ha intenzione di rendere più complesso l’ottenimento della cittadinanza a chi la vorrebbe solo per “avere un passaporto italiano e comunitario” e non per “interesse ad essere italiani“.

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