Renzi: “Conte? Ha avuto un’estate difficile, ma sbaglia chi mette veti”

Il leader di Italia Viva propone quindi un modello basato su quello americano, in cui i democratici hanno lasciato da parte i contrasti per unirsi a favore di Kamala Harris, con l'obiettivo di portarla alla vittoria

6 Min di lettura

Matteo Renzi è pronto a costruire un’alternativa di governo che finalmente abbia i numeri e le possibilità di mandare a casa la destra di Giorgia Meloni. Un piano che nasce in realtà da Elly Schlein, la segretaria del Pd che sembra pronta ad unire i partiti di opposizione per creare un’alleanza di centrosinistra, ma che è stato pienamente adottato dal leader di Italia Viva. Quest’ultimo, però, è costretto a lottare contro chi non lo vorrebbe all’interno della coalizione, a causa di alcune sue posizioni del passato non proprio gradite.

Così, la partecipazione di Iv al “campo largo” non sembra più così scontata, a causa della contrarietà in primis del Movimento 5 Stelle e poi di Alleanza Verdi e Sinistra. Una sfiducia che nasce dalle precedenti azioni politiche di Matteo Renzi, che ha creato alleanze con il centrodestra in alcune Regioni, tra cui la Liguria che tornerà al voto in autunno, e che ha lavorato per far cadere il governo Conte e sostituirlo con quello tecnico di Draghi. Matteo Renzi è consapevole di questi fattori, ma allo stesso tempo vorrebbe lasciarsi il passato alle spalle e lavorare per il futuro, così da non commettere gli stessi errori che hanno lasciato la guida politica del Paese nelle mani della destra.

Ora il tema è il futuro – ha infatti dichiarato l’ex premier al Corriere della Sera – E per il futuro servono voti, non veti“. Una frecciatina nei confronti di chi ha sostenuto che la partecipazione di Italia Viva all’alleanza del centrosinistra sia inutile, perché fautrice di perdita di voti. Una possibilità che lo stesso Matteo Renzi esclude, sostenendo invece che “i voti di Italia Viva non sono tanti, ma sono decisivi nei collegi marginali, dove il risultato si gioca sull’1-2%“.

Renzi: “Con me Conte ha un conto aperto

L’ex presidente del Consiglio sembra consapevole delle difficoltà che il Movimento 5 Stelle sta vivendo nel tentativo di accettare un’alleanza che comprenda anche Italia Viva. “Conte con me ha un conto aperto perché mi ritiene ‘colpevole’ della sua sostituzione con Draghi” spiega Matteo Renzi, sostenendo però di essere pronto “a prendersi questa responsabilità con orgoglio” e senza quindi rinnegare le scelte fatte in passato. Per l’ex sindaco di Firenze è però arrivato il momento di lasciare andare queste ostilità e fare spazio a progetti futuri.

Giuseppe Conte, leader del M5S
Giuseppe Conte, leader del M5S

Conte ha avuto un’estate difficile” riconosce Renzi, ricordando le difficoltà col Garante del Movimento, Beppe Grillo, su alcuni dei temi fondamentali del partito. Eppure, per il leader di Italia Viva queste non sono giustificazioni valide per chiudere davanti ad un progetto che potrebbe costruire un muro forte delle opposizioni. “Ha ragione Elly Schlein a tenere tutti insieme e ha torto chi invece metti veti” sentenzia il leader di Iv, sottolineando che “dovrebbe bastare il fallimento di Enrico Letta nel 2022 per capire che vince chi si allea, non chi fa le pulci ai proprio compagni di strada“.

Un esempio fondamentale, poi, sarebbero le elezioni statunitensi, in cui si sta assistendo alla formazione di un partito democratico che ha deciso di mettere da parte le differenze per cercare di portare alla Casa Bianca la candidata Kamala Harris. L’attuale vicepresidente di Joe Biden ha ricevuto un endorsement quasi completo da parte degli esponenti del partito, che sono saliti sul palco della convention di Chicago, per mostrare all’America le possibilità che un governo guidato da Harris potrebbe garantire. Una sorta di modello che dovrebbe essere adottato anche dall’Italia, affinché vengano lasciati da parte i personalismi per il bene di una coalizione che avrebbe le carte in regola per vincere.

Il modello americano da esportare in Italia

La corsa presidenziale negli Stati Uniti diventa per Matteo Renzi una linea guida da cui prendere spunto. Secondo l’ex sindaco di Firenze, negli Usa il partito democratico ha capito che “per vincere devono essere messe insieme anche storie radicalmente diverse“. Così sul palco della convention di Chicago sono saliti esponenti politici con idee anche radicalmente diverse. “C’erano i Clinton e gli Obama, la Ocasio-Cortez e i sindaci repubblicani delusi da Trump, Nancy Pelosi e Joe Biden che hanno rotto sulla candidatura del presidente ma adesso lavorano nella stessa direzione per far vincere Kamala Harris” ha spiegato Renzi, cercando di chiarire che questo è lo stesso modello che dovrebbe essere adottato nel nostro Paese.

In Italia noi ci proviamo” sostiene l’ex premier, con un filo di speranza, dichiarando che “se non ci riusciamo vincerà di nuovo la Meloni, con i Salvini, i Vannacci, i pistoleri e compagnia brutta“. Insomma, il Campo largo è realmente l’ultima speranza del centrosinistra, almeno a sentir parlare il leader di Italia Viva. A Roma, però, i problemi riguardano proprio le posizioni troppo ferme dei partiti, che non sembrano pronti a scendere a compromesso, neanche per assicurarsi la vittoria alle prossime elezioni.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo