Meloni si prepara all’autunno: Manovra, Regionali e Pnrr le priorità del governo

L'autunno di Giorgia Meloni si preannuncia carico di situazioni da sbrogliare e di soluzioni da trovare. Prima tra tutti c'è la questione riguardante le cariche di Raffaele Fitto che andranno riassegnate, così come la necessità di blindare la Manovra per evitare ulteriori strappi

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Giorgia Meloni tra pochi giorni tornerà a Roma, dopo settimane di vacanza caratterizzate da irrequietezza e preoccupazione. Prima lo strappo di Antonio Tajani, con la proposta dello Ius scholae, poi l’attacco alla sorella Arianna, accusata di aver influenzato le nomine del governo nelle partecipate statali. Il premier, insomma, non ha potuto concedersi il relax auspicato, consapevole che dietro ogni minima e piccola distrazione vi possa essere qualcuno intenzionato a indebolire il suo lavoro e la sua figura.

Ora, quindi, è il momento di tornare a lavorare sul serio e di cercare di trovare una soluzione a tutti i quesiti ancora aperti sul tavolo di Palazzo Chigi. In settimana, il premier dovrà affrontare il Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi il 28 agosto, e poi il vertice con i due vicepremier, fissato per il 30 agosto. In questi due giorni, Meloni dovrà mettere in chiaro i suoi propositi per l’autunno e per il nuovo anno, consapevole che sia arrivato il momento di tirare le fila del governo, per assicurarsi la fine del mandato ed evitare ulteriori crisi nella maggioranza.

Tra i dossier prioritari, ovviamente, c’è quello riguardante la Manovra finanziaria, spina nel fianco del governo che dovrà tentare di mediare per evitare di creare traumi alla popolazione. Da risolvere anche la questione delle nomine del Cda Rai, su cui ormai lo scontro tra partiti di centrodestra è chiaro, così come il tema del decreto flussi e del ddl Sicurezza, su cui il premier non vuole più perdere tempo. Tema bollentissimo, poi, quello del rimpasto di governo, a seguito della partenza di Raffaele Fitto per Bruxelles. Sulla questione, Meloni è stata chiara: nessuna poltrona sarà ceduta alla Lega.

I dossier sul tavolo di Giorgia Meloni

Il vertice del 30 agosto tra i leader del centrodestra potrebbe rivelarsi cruciale per la risoluzione di alcune diatrice nate nelle ultime settimane. Da un lato la questione delle elezioni Regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, dall’altro per il tema spinoso della legge di cittadinanza. Per quanto riguarda la prima questione, Meloni, Salvini e Tajani dovranno comprendere se sia effettivamente possibile procedere ad un Election day, anche se per il momento le carte sembrano sfavorire questa ipotesi.

La Liguria non può votare dopo il 29 ottobre, il che fa presupporre che decidere una data unica per le tre elezioni non sia possibile. Si potrebbe però tenere in considerazione la possibilità di procedere al voto nello stesso giorno solo per Umbria ed Emilia Romagna. C’è poi da risolvere la questione del candidato di centrodestra da presentare in Liguria. La possibilità che le opposizioni riescano a strappare la Regione dalle mani del governo preoccupa la maggioranza, che deve trovare un candidato che ispiri fiducia e che possa battersi con il nome presentato dalla coalizione del centrosinistra.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sull'offensiva a Kursk
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sull’offensiva a Kursk

Per quanto riguarda lo scontro sullo Ius scholae a Meloni spetta il compito di comprendere quanto Antonio Tajani abbia intenzione di “tirare la corda“. Il leader di Forza Italia ha aperto alla possibilità di un’alleanza con le opposizioni sul tema e la Lega ha gridato alla crisi di governo, lasciando una situazione complessa da risolvere al Presidente del Consiglio. Per il momento Tajani non sembra intenzionato a voler lasciar cadere la questione e Meloni dovrà comprendere se realmente il ministro degli Esteri ha dato inizio al “logoramento della maggioranza” nella possibilità di “giocarsi in anticipo la partita al Quirinale“.

La leader di Fratelli d’Italia deve anche mettere in chiaro con il governo le priorità della Manovra finanziaria, per evitare ulteriori strappi ed utilizzare le poche risorse a disposizione per solvere questioni realmente utili al Paese. Sul tavolo anche il dossier del decreto flussi, su cui la maggioranza deve ancora comprendere come agire. Resta infatti da capire in che modo limitare gli sbarchi irregolari per lasciare spazio all’immigrazione regolare che può rivelarsi una risorsa utile al Paese. Meloni vuole poi concentrarsi sul cosiddetto “decreto Caivano“, priorità della sua legislazione, così da individuare le periferie da risanare e dare avvio a progetti concreti che rispondano alle richieste dei cittadini.

Le ipotesi sul rimpasto di governo

Argomento a parte è quello della possibilità che il governo Meloni vada incontro ad un rimpasto. La nomina del ministro Raffaele Fitto come commissario italiano a Bruxelles sembra certa e il premier si prepara alla possibilità di una sua partenza. In che modo distribuire le sue cariche? Questa è la domanda su cui deve concentrarsi il Presidente del Consiglio, che sembra avere però le idee abbastanza chiare. La certezza è che nessuna nuova carica sarà affidata alla Lega di Matteo Salvini. Meloni vuole infatti mettere in chiaro che tutte le possibili cariche libere saranno in quota FdI, compresa quella del ministero della Giustizia, nel caso in cui Santanché sia costretta ad abbandonarla.

Per quanto riguarda le cariche che Raffaele Fitto lascerà vacanti, Giorgia Meloni vorrebbe spacchettarle e suddividerle tra nuovi nomi. Si ipotizza la formazione di un ministero al Pnrr, di uno o due sottosegretari alla Coesione e al Sud e anche un sottosegretario agli Affari europei. Inoltre sembrerebbe che questo ultimo ruolo sarà per un primo periodo affidato proprio a Palazzo Chigi.

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