Antonio Tajani lo aveva anticipato ormai mesi fa: “Forza Italia punta al 20% nelle prossime elezioni politiche“. Così nel bel mezzo della pausa estiva, subito dopo la conclusione delle contestatissime Olimpiadi Parigi e a poche ore di distanza dalle parole controverse del generale Vannacci su Paola Egonu, Forza Italia strappa dalla coalizione di governo. I forzisti tifano per la riforma della legge sulla cittadinanza e vogliono a tutti costi lo Ius scholae, un provvedimento quasi bandiera che cambierebbe leggermente il metodo di assegnazione della cittadinanza.
Lo Ius scholae, però, è voluto anche dalle opposizioni che vedono in Forza Italia un nuovo alleato nella lotta per i diritti umani. E proprio qui nasce il pericolosissimo scontro all’interno della maggioranza. Forza Italia ha organizzato un “inciucio” con la sinistra? Tajani nega, sostenendo che “i diritti non sono un appannaggio solo della sinistra” e che i forzisti votano ciò che è al di fuori dell’agenda del governo nel modo che ritengono più corretto. “L’Italia è cambiata e anche la politica deve cambiare” ha tuonato Tajani, saturo delle polemiche nate intorno alla questione.
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Le stesse polemiche, però, hanno riportato Forza Italia al centro dei dibattiti e hanno messo in luce le nuove posizioni del partito, ben più moderate rispetto a quelle della Lega e di Fratelli d’Italia. Tajani si gode il momento, sfruttando anche il Meeting di Rimini per rinforzare il suo pensiero sul tema e farsi immortalare mentre tiene in braccio una bambina nera e adottata in Italia. Il leader di Forza Italia sembra soddisfatto, quasi a suo agio, mentre inizia a posizionarsi meglio all’interno dalla coalizione, consapevole di aver rafforzato il partito dopo la morte del Cavaliere e di essere pronto a pretendere il ruolo che merita.
Forza Italia mette in dubbio il bipolarismo
Secondo Matteo Renzi la questione è un “bluff” perché “nel caso in cui si andasse al voto, il governo cadrebbe“. Sembrerebbe però che la situazione sia stata ingigantita più del dovuto dalla maggioranza stessa. Il tema della cittadinanza non è contemplato nell’agenda di governo, per cui gli accordi tra i partiti di maggioranza non sarebbero vincolanti; in più, i leader del centrodestra hanno da sempre sottolineato che la coalizione è composta da tre partiti diversi, che portano avanti ideologie differenti e che per questo non possono essere d’accordo su ogni singolo argomento.
Allora, perché lo Ius scholae ha creato così grande scompiglio? Il fulcro della questione risiede nel fatto che la riforma portata avanti da Forza Italia è sostenuta anche dal centrosinistra. Il buon vecchio bipolarismo andrebbe frantumandosi di fronte ad un partito della coalizione di governo che vota a favore su un tema caro alle opposizioni. Non importa che il tema riguardi un diritto e soprattutto la modifica di una norma che potrebbe essere diventata antiquata e scorretta, perché non c’è argomento che valga più della stabilità del governo Meloni.
In questo modo, però, l’unica a godere della situazione è la stessa Forza Italia, posta al centro di un dibattito tesissimo che continua a far discutere anche l’opinione pubblica. I sondaggi vedrebbero gli italiani favorevoli ad uno Ius scholae, anche se la proposta dei forzisti potrebbe essere più temperata di quello che sembra. FdI e Lega, quindi, dovranno riflettere bene prima di prendere una decisione, consapevoli che da una piccola crepa potrebbe aprirsi una voragine incolmabile.
Lo show di Tajani al Meeting di Rimini
Antonio Tajani ha compreso che questi giorni sono fondamentali per cavalcare l’onda dello Ius scholae, cercando di non far scemare l’argomento e di tenere alta l’attenzione della politica. Il Meeting di Rimini diventa quindi il teatro perfetto per rafforzare ancora di più il posizionamento di Forza Italia e anche per mettere in chiaro alcuni punti. Il video pubblicato dalla Lega, in cui si vede Berlusconi dichiararsi contrario allo Ius scholae, secondo Tajani è stato decontestualizzato perché “si riferiva ad un corso di studi di 5 anni“, mentre Forza Italia “dice che serve un corso di studi completo, quindi la scuola dell’obbligo fino ai 16 anni con il raggiungimento del titolo“.
Una correzione che ha permesso agli azzurri di chiarire ancora di più la loro idea e rafforzare il concetto che la riforma della cittadinanza è necessaria per “garantire più integrazione di quella prevista dalla legge attuale“. Per il momento, quindi, non è possibile trovare un punto di mediazione, anche se il vertice del prossimo 30 agosto, a cui parteciperanno Meloni, Salvini e Tajani potrebbe essere un valido momento per tirare le fila di quanto accaduto e per comprendere per quanto ancora il leader di Forza Italia avrà intenzione di testare l’elasticità del governo.
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