Usa, Tim Walz è l’uomo della porta accanto: i dem pronti a sostenere il vice di Harris

"Nato in una piccola città, ha servito il suo Paese, ha insegnato ai bambini, è stato allenatore di football" , così Barack Obama ha presentato il candidato vicepresidente democratico alla Convention di Chicago

6 Min di lettura

Il numero due di Kamala Harris, il governatore del Minnesota Tim Walz, ha iniziato da giorni la sua scalata verso la vicepresidenza degli Stati Uniti. Contrapposto al repubblicano JD Vance, scelto da Trump anche per le sue ideologie piuttosto controverse, Walz sembra il ragazzo della porta accanto, per la sua semplicità, la sua umiltà e soprattutto per il suo curriculum. Un ex soldato, un ex insegnante e coach di football nelle scuole, il candidato democratico sembra incarnare alla perfezione lo stereotipo dell’americano medio.

Eppure, Tim Walz potrebbe incontrare qualche problema nella sua corsa alla Casa Bianca, a causa di alcune opinioni che non convincerebbero tutti gli elettori democratici. Così, in supporto delle campagna elettorale di Kamala Harris, sono incorsi numerosi volti della politica dem, con l’obiettivo di mostrare il loro endorsement nei confronti di Walz e aumentare i consensi della nuova coppia democratica. Tra questi sono presenti anche i nomi scartati da Harris durante la scelta del suo vicepresidente.

Da Josh Shapiro a Andy Beshear, i numeri due non scelti si sono uniti per aiutare il loro partito a vincere le prossime elezioni. Oltre a loro, ha partecipato attivamente anche Barack Obama, che ha fatto del suo meglio per supportare le candidature di Walz ed Harris. Se i democratici continuano a lavorare senza sosta per raggiungere i loro obiettivi, allo stesso modo i repubblicani tentano di costruire narrazioni opposte, che mettano in cattiva luce i loro avversari, con una certa ossessione verso il candidato vicepresidente.

L’endorsement dei democratici a Tim Walz

Adoro questo ragazzo…” così Barack Obama, ex presidente Usa e tra i volti più famosi del partito democratico statunitense, ha dato inizio alla sua descrizione di Tim Walz. Obama ha puntato tutto sulla genuinità del candidato, che da umili origini ha costruito una vita di successi ma anche di tanto duro lavoro. “Nato in una piccola città, ha servito il suo Paese, ha insegnato ai bambini, è stato allenatore di football” ha spiegato l’ex presidente, sottolineando scherzosamente: “Si vede che quelle camicie di flanella che indossa non provengono da qualche consulente politico. Vengono dal suo armadio e hanno vissuto alcune cose!“.

Una frase scherzosa che ha però messo in contrapposizione l’umiltà di Tim Walz e lo sfarzo di Donald Trump, magnate miliardario che da pochi anni è entrato in politica. Una contrapposizione fondamentale che sarà uno dei fattori che convincerà gli americani a votare i democratici o i repubblicani. Così, sulla falsariga del discorso di Obama, i candidati vice scartati da Harris hanno celebrato la vita di Walz, descrivendolo come l’uomo giusto per servire il Paese.

È un ex insegnante, un allenatore, un brav’uomo, un modello per i miei figli e per tutti. Biden ha detto che la scelta migliore della sua carriera è stata nominare Harris. Noi diciamo lo stesso di Walz“, così il governatore del Kentucky, Andy Beshear, ha presentato il vice repubblicano, presentandolo come la scelta migliore che il popolo americano potrebbe prendere. Sull’argomento è intervenuto anche il governatore della Pennsylvanya, Josh Shapiro, che secondo Trump sarebbe stato scartato da Harris in quanto ebreo e quindi troppo divisivo. Il governatore ha preso le distanze da queste dichiarazioni, sostenendo che “non c’è ombra di antisemitismo nel dialogo che ho avuto con Kamala Harris“.

Gli attacchi dei repubblicani

Gli stessi punti di forza su cui stanno puntando i democratici per aumentare i consensi su Tim Walz, sono utilizzati dai democratici per cercare di afforzare il candidato vicepresidente. La sua carriera nell’esercito? Secondo i repubblicani si sarebbe conclusa con disonore, poiché Walz si sarebbe rifiutato di servire in Iraq. Un’accusa che lo stesso candidato ha smentito immediatamente, dichiarando di aver concluso la sua carriera militare per entrare in politica e candidarsi al Congresso in un momento in cui ancora non era chiaro se i suoi soldati sarebbero stati inviati all’estero o no.

Secondo i repubblicani, poi, Tim Walz avrebbe mentito sull’uso della fecondazione in vitro a cui sarebbe ricorso insieme alla moglie per concepire sua figlia Hope. I seguaci di Trump sostengono che in realtà la coppia abbia utilizzato una pratica diversa, andando a minare la credibilità del candidato e il suo obiettivo di ristabilire nuovi diritti per aborto e fecondazione artificiale. Proprio quest’ultimo settore potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio per il governatore del Minnesota, il quale da paladino dei diritti delle donne potrebbe trasformarsi in un candidato troppo radicale per i gusti dell’elettorato democratico.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo