Manca ancora qualche giorno alla ripresa dei lavori parlamentari, eppure, nella maggioranza già sembra crescere il primo scontro dell’autunno 2024. Il tema della cittadinanza, con la possibilità di una riforma del diritto che ne regola l’assegnazione, promette di creare una nuova spaccatura in maggioranza. Da un lato FdI e Lega hanno creato un fronte comune contrario alla modifica dello Ius sanguinis, dall’altro Forza Italia che apre allo Ius Scholae e guadagna il favore della sinistra. Incalzato da Repubblica sulla possibilità di un “inciucio” con il Pd, Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha negato la possibilità sottolineando che “se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea“.
Il vicepremier forzista non vorrebbe abbandonare l’idea dello Ius Sholae e sembrerebbe che il prossimo autunno verrà rilanciata una proposta di legge a firma del democratico Paolo Ciani, che presenterà due punti chiave: da un lato una sorta di Ius Soli che consente di diventare italiani ai “figli di residenti, anche con permesso di soggiorno continuativo, da almeno sette anni” e dall’altro lo Ius Scholae che assegnerà la cittadinanza a chi frequenta le elementari e per chi è arrivato dopo i 12 anni la garantirà a seguito del conseguimento del diploma di scuola superiore.
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“Si tratta di ciò di cui ha bisogno il Paese – ha sostenuto Antonio Tajani – Ragazzi, l’Italia è cambiata! Abbiamo ricevuto in due anni 170mila ucraini. Si tratta della nostra storia, l’impero romano accoglieva, in Sicilia è pieno di cognomi di origini arabe, anche il mio lo è…“. Il vicepremier è entusiasta e convinto ma per ora FdI e Lega si oppongono alla proposta e la questione potrebbe creare più problemi di quanto si immagini. Il ministro degli Esteri è però fiducioso e porta come esempio: “Ursula noi l’abbiamo votata, Meloni e Salvini legittimamente no. Non è che cade il governo se abbiamo votato diversamente su Von der Leyen o se portiamo avanti le nostre idee sulla cittadinanza“.
Tajani: “FI non ha cambiato linea per accontentare i Berlusconi“
Il leader di Forza Italia ha voluto chiarire che la linea di governo è dettata solamente dal partito e non da influenze esterne. La famiglia Berlusconi non ha voce in capitolo sul posizionamento di Forza Italia e non vi è alcun collegamento tra l’interesse per i diritti umani e l’intervista di Marina Berlusconi, che aveva dichiarato di sentirsi più vicina alla sinistra su questi temi specifici. “La famiglia del Cavaliere non ha mai imposto niente” ha sostenuto convintamente il vicepremier, sottolineando però che le loro idee coincidono con quelle del padre e e sono raccolte da Tajani come quelle di “veri amici“.
Non vi sarebbe alcun tipo di frattura con essi, tanto che secondo il leader di partito vi sarebbero dei messaggi che testimonierebbero i buoni rapporti tra loro. “Pier Silvio ha solo detto pubblicamente che FI deve andare avanti, io sono d’accordo e in piena sintonia” ha dichiarato il forzista, per poi chiarire quali sono le intenzioni del partito in tema di cittadinanza. “Per ottenerla servirà un percorso di studi completo, non basterà essere iscritti” ha chiarito Tajani, spiegando che gli immigrati clandestini non potranno accedervi e che il partito non è favorevole all’ipotesi dello Ius soli.
Secondo il leader di Forza Italia, la nuova misura servirà per “i figli degli ucraini fuggiti dalla guerra o di chi lavoro regolarmente dopo essere arrivato, magari con il decreto flussi“. Secondo quanto riportato dal ministro degli Esteri, poi, la risposta dell’opinione pubblica sul tema sarebbe favorevole: “I sondaggi dicono che gli italiani vogliono lo Ius Scholae“.
La contrarietà di FdI e Lega allo Ius scholae
Le belle parole di Antonio Tajani non bastano però a sciogliere i dubbi del resto della maggioranza di governo. Fratelli D’Italia e Lega non hanno intenzione di cedere sulla cittadinanza e negano di voler discutere di un tema che non è compreso nell’agenda di governo. “La cittadinanza non è un argomento presente nel programma di centrodestra, non è nel programma di FdI, della Lega e di FI” – ha sostenuto il meloniano Francesco Fili, responsabile del programma di FdI – “Quindi non portiamo avanti il programma della sinistra“.
Un’accusa non troppo velata a FI, che viene quindi viene associata a ideologie di sinistra, almeno in materia di diritti. Il deputato leghista Stefano Candiani ha invece sostenuto che “se una questione non è negli accordi di maggioranza, non vuol dire che non c’è vincolo e allora si può votare senza problemi contro la propria maggioranza quando si vuole, come sostengono alcuni esponenti di maggioranza“. Qui, la frattura sembra esistere anche se Antonio Tajani la nega con insistenza.
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