La casa farmaceutica AstraZeneca ha ufficialmente ritirato dal mercato europeo il vaccino Vaxzervria contro il Covid 19. Niente allarmismi o isterie generali, la motivazione principale per cui il siero sarebbe stato ritirato dal mercato non sarebbe collegato a pericoli per la salute dell’uomo ma ad una semplice questione economica: ad oggi, dopo 4 anni dall’inizio della pandemia, la domanda del vaccino sul mercato è troppo bassa per poter assicurare guadagni all’azienda.
AstraZeneca ha infatti giustificato la sua decisione in una nota, in cui sosteneva che sul mercato europeo ci sarebbe un'”eccedenza di vaccini aggiornati disponibili“, che non permetterebbero all’azienda di vendere il proprio prodotto, ormai non più concorrenziale. L’azienda anglo-svedese ha poi annunciato l’inizio del procedimento di ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio del vaccino Vaxzervria in Europa.
Covid, il presunto effetto collaterale del Vaxzervria di AstraZeneca
Ad aumentare i dubbi sul ritiro del vaccino di AstraZeneca vi sarebbe una causa intentata da vari cittadini inglesi, che avrebbero accusato l’azienda di aver causato la morte di alcuni loro parenti. Il vaccino Vazervria, infatti, potrebbe provocare un raro effetto collaterale noto come trombosi con trombocitopendia o TTS.
Tale effetto avrebbe conseguenze molto gravi e si sarebbe verificato in circa due o tre persone su 100mila vaccinati. Un numero esiguo, che ha comunque comportato la morte per coaguli nel sangue di alcuni pazienti. L’inoculazione di tale vaccino, quindi, è stata sin dall’inizio guardata con sospetto, portando fino al ritiro del prodotto dal commercio.
Come ha dichiarato l’azienda stessa, infatti, “poiché sono stati sviluppati numerosi vaccini aggiornati per le varianti di Covid-19, ora c’è un surplus di sieri disponibili, che ha causato una diminuzione della domanda di Vaxzervria, che non viene più prodotto né fornito“.
I “troppi” effetti collaterali del vaccino di AstraZeneca
In Italia nel 2021, dopo l’inizio della somministrazione del siero prodotto ad Oxford da AstraZeneca, si è iniziato a guardare con timore ad un siero che sembrava provocare più effetti collaterali degli altri vaccini contro il Covid-19 all’epoca in circolazione. Febbri, dolori articolari e spesso sensazioni di forte malessere avevano costretto a casa centinaia di persone che ovviamente hanno attribuito all’inoculazione del vaccino la colpa della loro malattia.
In particolare, come riporta Wired, dopo aver somministrato circa 400mila dosi di vaccino Astrazeneca al personale scolastico, una sorta di isterismo collettivo si è diffuso tra la popolazione. I troppi insegnanti che si sono assentati dal lavoro hanno infatti fatto temere che la vaccinazione con AstraZeneca no fosse sicura. In realtà i dati raccolti nel periodo, dimostrano che i casi di reazione avversa lieve, ovvero non fatale né inabilitante, fossero molto sporadici.
Questi sembravano invece numerosissimi poiché la campagna di vaccinazione fu intensiva, al contrario di ciò che avviene normalmente. Il periodo di instabilità e paura che l’Italia ormai viveva da un anno a causa della pandemia da Covid-19 non ha sicuramente aiutato la situazione, dimostrando però quanto la disinformazione possa diventare pericolosa, soprattutto quando viene veicolata come una sorta di leit-motif.