Lo scontro politico è scoppiato nel bel mezzo dello sciopero proclamato dall’Usigrai, una mossa per protestare non solo contro le politiche aziendali, ma anche a difesa dell’autonomia e della libertà. Il dibattito va ben oltre il successo o il fallimento della protesta, che pare aver raccolto un’enorme adesione nonostante le trasmissioni del Tg1, del Tg2 e di Rainews24 abbiano regolarmente fatto il loro corso.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un nuovo appello sull’importanza della libertà d’informazione per la democrazia. Ma la vera contesa è sul ruolo del governo e sulle sue supposte ingerenze nel settore.
Pd-FdI, lo scontro è infuocato
“Telemeloni nega il diritto allo sciopero, con la complicità dei vertici aziendali su precisi input politici”, ha attaccato Elly Schlein del Pd. Ma i membri di Fdi nella Commissione di Vigilanza ribattono: “In Rai c’è pluralismo. Il tempo in cui la sinistra considerava questa azienda una proprietà privata è passato“.
Il confronto è infuocato, con accuse e controaccuse che si rincorrono. Ieri, in una conferenza stampa convocata alla Stampa Estera, Fnsi, Usigrai e giornalisti della Rai hanno denunciato ingerenze e censure. Serena Bortone ha sollevato il caso della mancata partecipazione di Antonio Scurati a Che Sarà, chiedendo risposte dai vertici Rai. Sifrido Ranucci ha denunciato querele subite e criticato le parole della premier Meloni su Report.
Enrica Agostini di Rainews24 ha sottolineato le pressioni e censure subite. Il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, ha attaccato quella “minoranza di giornalisti” che cerca di sabotare lo sciopero. Unirai ha contestato la protesta e rivendicato la fine del monopolio sindacale in Rai.
Oltre ai principali telegiornali e a Rainews24, sono andati in onda programmi di approfondimento. Ma il Tg3 e i notiziari regionali sono stati esclusi. Daniela Macheda dell’Usigrai ha segnalato un’alta adesione, nonostante tentativi di boicottaggio con notiziari dal contenuto discutibile. La lotta continua.